Come funziona un induttore

Dopo aver parlato del collegamento in serie ed in parallelo di resistenze e di condensatori, sotto ti mettiamo il link nel caso ti interessi (e dovrebbe perché sono cose sempre utili), ora parliamo di serie e parallelo di induttanze.

Nel mondo dell’elettronica, gli induttori sono componenti fondamentali che immagazzinano energia sotto forma di campo magnetico quando la corrente li attraversa. Il modo in cui colleghiamo questi induttori influisce significativamente sul comportamento del circuito. Due configurazioni comuni sono il collegamento in serie e il collegamento in parallelo.

Quando gli induttori sono collegati in serie, essi sono disposti uno dopo l’altro, come una catena. In questa configurazione, la corrente che attraversa ogni induttore è la stessa, ma la tensione complessiva ai capi della serie è la somma delle tensioni di ciascun induttore. Questo significa che l’induttanza totale del circuito è la somma delle induttanze individuali. Il collegamento in serie è utile quando si desidera aumentare l’induttanza totale del circuito, mantenendo costante la corrente attraverso ciascun induttore.

Al contrario, nel collegamento in parallelo, gli induttori sono disposti affiancati, ciascuno con i propri terminali collegati agli stessi due punti nel circuito. In questa configurazione, la tensione ai capi di ogni induttore è la stessa, ma la corrente complessiva si divide tra gli induttori. L’induttanza totale in parallelo è inferiore a quella di ciascun induttore individuale. Questo setup è vantaggioso quando si desidera mantenere una bassa induttanza complessiva, distribuendo la corrente su più induttori.

Comprendere le differenze tra collegamento in serie e in parallelo è essenziale per progettare circuiti elettronici efficienti. Ogni configurazione offre vantaggi specifici a seconda delle esigenze del circuito, permettendo agli ingegneri di manipolare le caratteristiche di induttanza per ottimizzare le prestazioni del sistema.

Gli induttori vengono impiegati in diversi circuiti, ad esempio:

  • filtri crossover passivi
  • amplificatori audio in classe D
  • alimentatori switching
  • filtri di rete
  • circuiti di test ed altro ancora

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