Come funziona un microprocessore Z80

Premessa: Spiegare in modo esaustivo come è fatto e cosa può fare questo microprocessore non è possibile se non con decine di pagine dettagliate e tecniche, pagine che certamente nemmeno lo scrivente sarebbe in grado di sintetizzare e forse anche di capire appieno. La premessa vale ancora di più se si prendono in considerazione la storia di questo chip, il suo inventore (del quale faccio qualche accenno in fondo all’articolo con grande rispetto e stima) e tutte le implicazioni che questo processore ha avuto nella storia della tecnologia in Italia e nel mondo. Si potrebbe parlare quasi all’infinito di questi argomenti, dei microprocessori nati prima e dopo lo Z80, dei personal computer che lo hanno impiegato dagli anni ’80, del padre di questo chip (leggi in fondo), dei libri che ha pubblicato e della filosofia che ha introdotto. Questo articolo non può che essere un piccolo accenno a tutto questo con qualche rimando e link che si spera possano essere utili per farsi una idea più adeguata alla portata dell’argomento.

Il microprocessore Z80, sviluppato da Zilog negli anni ’70, è una delle CPU più iconiche nella storia dell’informatica. Utilizzato in una vasta gamma di applicazioni, dai computer personali ai sistemi embedded, il microprocessore Z80 ha contribuito in modo significativo alla diffusione dei microcomputer. Questo articolo esplorerà il funzionamento interno del microprocessore Z80, analizzando la sua architettura, il ciclo di istruzioni e le modalità di indirizzamento.

Il microprocessore Z80 è stato utilizzato in una vasta gamma di applicazioni grazie alla sua versatilità e potenza. Nei primi anni ’80, ha alimentato molti dei primi computer domestici come ad esempio lo ZX Spectrum, il TRS-80, l’MSX (sviluppato in Giappone e prodotto tra il 1983 e il 1995) e l’Amstrad CPC. Questi computer hanno contribuito a democratizzare l’accesso alla tecnologia informatica, permettendo a un vasto pubblico di avvicinarsi alla programmazione e all’uso dei computer. Oltre ai computer personali, lo Z80 è stato utilizzato in numerosi sistemi embedded, apparecchiature industriali, e dispositivi di telecomunicazione. La sua architettura semplice ma potente ha permesso agli ingegneri di creare soluzioni efficienti per una vasta gamma di problemi tecnici.

Architettura del microprocessore Z80

Lo Z80 è un microprocessore a 8 bit con un’architettura avanzata per la sua epoca. Possiede un set di registri estesi che include otto registri generali (B, C, D, E, H, L, e A), due registri di puntatore (IX e IY), due registri di stack (SP e PC), e un registro di stato (F). Il registro A, noto come accumulatore, è utilizzato per la maggior parte delle operazioni aritmetiche e logiche. I registri IX e IY sono registri indice usati per l’indirizzamento avanzato, mentre SP (Stack Pointer) e PC (Program Counter) gestiscono rispettivamente lo stack e il flusso delle istruzioni.

Il set di istruzioni dello Z80 è esteso rispetto al suo predecessore, l’Intel 8080, includendo operazioni avanzate come l’aritmetica su 16 bit, il trasferimento di blocchi di memoria e le operazioni su bit. Questo set di istruzioni versatile permette allo Z80 di eseguire compiti complessi con un numero minimo di cicli di clock.

Il ciclo di istruzioni dello Z80 comprende diverse fasi: fetch (prelievo), decode (decodifica) ed execute (esecuzione). Durante la fase di fetch, l’unità di controllo preleva l’istruzione dalla memoria utilizzando il Program Counter (PC) e incrementa il PC. Successivamente, l’istruzione viene decodificata per determinare l’operazione da eseguire e gli operandi coinvolti. Infine, durante la fase di esecuzione, l’ALU (Arithmetic Logic Unit) esegue l’operazione specificata, aggiornando i registri coinvolti e, se necessario, memorizzando i risultati nella memoria.

Un aspetto distintivo dello Z80 è la sua capacità di gestire istruzioni in modo efficiente attraverso l’uso di micro-istruzioni interne. Queste micro-istruzioni consentono al microprocessore di eseguire operazioni complesse in un numero ridotto di cicli di clock, migliorando le prestazioni generali del sistema.

Il microprocessore Z80 supporta diverse modalità di indirizzamento che consentono un accesso flessibile alla memoria e ai registri. Le principali modalità includono:

Indirizzamento immediato: L’operando è specificato direttamente nell’istruzione.
Indirizzamento diretto: L’istruzione contiene l’indirizzo di memoria dell’operando.
Indirizzamento indiretto: L’indirizzo dell’operando è memorizzato in un registro.
Indirizzamento indice: Utilizza i registri IX e IY per calcolare l’indirizzo dell’operando.
Indirizzamento relativo: Utilizzato principalmente per le istruzioni di salto, dove l’offset è specificato rispetto al Program Counter. Queste modalità di indirizzamento offrono una grande flessibilità nella programmazione, permettendo di manipolare dati e istruzioni in vari modi per ottimizzare le prestazioni del codice. Lo Z80 dispone di un sofisticato sistema di gestione delle interruzioni che consente di rispondere a eventi esterni in modo rapido ed efficiente. Supporta tre modalità di interruzione: IM 0, IM 1 e IM 2. In IM 0, il microprocessore esegue un’istruzione di chiamata specificata dall’hardware esterno. In IM 1, esegue una chiamata fissa all’indirizzo 0038h. In IM 2, utilizza una tabella di vettori di interruzione per determinare l’indirizzo dell’handler.

Le interruzioni permettono allo Z80 di gestire compiti asincroni come la gestione dell’I/O (input/output), temporizzatori e altre periferiche, migliorando l’efficienza del sistema senza necessità di polling continuo.

Il microprocessore Z80 ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’informatica. La sua architettura avanzata, combinata con un set di istruzioni versatile e una gestione efficiente delle interruzioni, ha permesso allo Z80 di distinguersi come una CPU potente e flessibile impiegata ancora oggi (sto scrivendo nel 2024). Il suo utilizzo in una vasta gamma di applicazioni ha dimostrato la sua adattabilità e affidabilità. Comprendere il funzionamento interno dello Z80 non solo offre una visione storica dell’evoluzione dei microprocessori, ma anche una base per apprezzare i principi fondamentali dell’architettura dei computer che continuano a influenzare la progettazione dei sistemi moderni, senza contare che dobbiamo questo al nostro grande connazionale Federico Faggin vicentino fisico, inventore e imprenditore italiano naturalizzato statunitense che tra l’altro ha inventato altre tecnologie che usiamo tutti noi tutti i giorni. Dato che ci siamo, di Federico Faggin segnalo anche alcuni libri per appassionati di elettronica, microprocessori e filosofia:

Silicio. Dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza

Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura

Oltre l’invisibile. Dove scienza e spiritualità si uniscono


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