Come funziona un ponte raddrizzatore a diodi

Un ponte raddrizzatore a diodi è un componente elettronico fondamentale utilizzato per convertire la corrente alternata (CA) in corrente continua (CC). Questa conversione è essenziale in molte applicazioni elettroniche, poiché la maggior parte dei dispositivi elettronici funziona con corrente continua. Il ponte raddrizzatore a diodi è costituito da quattro diodi disposti in una configurazione a ponte, che permette di raddrizzare entrambe le semionde della corrente alternata, fornendo una tensione continua più stabile ed efficiente.

Funzionamento di un ponte raddrizzatore a diodi

Il funzionamento di un ponte raddrizzatore a diodi inizia con la corrente alternata che entra nel circuito attraverso due ingressi. Durante la semionda positiva della corrente alternata, i diodi disposti in modo tale che due di essi, chiamati diodi “conducenti”, permettono il passaggio della corrente, mentre gli altri due, chiamati diodi “bloccanti”, impediscono il flusso di corrente nella direzione opposta. Questo processo inverte la corrente in eccesso nella direzione corretta, producendo una corrente pulsante unidirezionale all’uscita del ponte raddrizzatore. Nella semionda negativa, il ruolo dei diodi si inverte: i diodi che bloccavano ora conducono, e viceversa, assicurando che anche questa semionda venga raddrizzata e contribuisca alla corrente continua.

L’uscita del ponte raddrizzatore è una corrente continua pulsante, che può essere ulteriormente smussata utilizzando componenti aggiuntivi come condensatori e induttori per ottenere una corrente continua più stabile e meno ondulata. Un condensatore collegato in parallelo all’uscita del ponte raddrizzatore funziona come un filtro, caricandosi quando la tensione aumenta e rilasciando energia quando la tensione diminuisce, riducendo così le variazioni e livellando la corrente. Per applicazioni che richiedono una corrente ancora più stabile, possono essere utilizzati regolatori di tensione (di cui abbiamo già parlato in questo blog) che mantengono la tensione di uscita costante nonostante le variazioni di carico o di ingresso.

 

Un ponte raddrizzatore a diodi offre numerosi vantaggi rispetto ad altre configurazioni di raddrizzatori. La principale caratteristica distintiva è la sua capacità di raddrizzare entrambe le semionde della corrente alternata, aumentando l’efficienza del processo di conversione e producendo una tensione continua di valore medio più elevato rispetto a un raddrizzatore a semionda singola. Inoltre, i ponti raddrizzatori a diodi sono relativamente semplici da progettare e costruire, utilizzando componenti facilmente reperibili e a basso costo. La loro robustezza e affidabilità li rendono ideali per una vasta gamma di applicazioni, dai piccoli dispositivi elettronici ai grandi sistemi di alimentazione industriale.

Un ponte raddrizzatore a diodi è un componente essenziale per la conversione efficiente della corrente alternata in corrente continua, utilizzato in innumerevoli applicazioni elettroniche, praticamente tutti gli alimentatori da banco e tutti gli alimentatori lineari (non switching) di moltissime apparecchiature. La sua capacità di raddrizzare entrambe le semionde della corrente alternata, unita alla possibilità di stabilizzare ulteriormente la corrente con filtri e regolatori, rende questa tecnologia fondamentale per il funzionamento di molti dispositivi elettronici moderni. La configurazione a ponte dei diodi non solo massimizza l’efficienza della conversione, ma garantisce anche un’operazione affidabile e continua, soddisfacendo le esigenze energetiche di sistemi sia semplici che complessi.

 

Esistono tanti tipi di ponti raddrizzatori:

Montaggio SMD (di solito fino a qualche Ampere di corrente massima)

Montaggio THD (anche con 20/30A di corrente massima)

Montaggio a vite (per correnti di oltre 34/40A) con faston 

Qualche consiglio: per ridurre il rumore di commutazione dei diodi, si può collegare in parallelo ad ognuno di questi un condensatore a (ad esempio al poliestere) con capacità di 100.000pF – 150.000pF con tensione alcune volte superiore a quella di funzionamento del ponte raddrizzatore (se per esempio il ponte lavora a 24V meglio impiegare condensatori da 100V o 150V). Se il ponte deve lavorare con correnti di qualche Ampere, meglio impiegare modelli dotati di foro per fissaggio a vite su dissipatore in alluminio. Meglio interporre tra il componente ed il dissipatore della pasta al silicone (quella bianca). Per livellare la tensione sull’uscita del ponte, in base agli ingombri ed alla possibilità di spesa, sarebbe opportuno montare uno o più condensatori elettrolitici (meglio più componenti in parallelo) con una capacità complessiva di almeno 1000uF (microfarad) per ogni Ampere di corrente di lavoro; se possibile, meglio raddoppiare questo valore, soprattutto se si tratta di alimentatori per amplificatori audio. La tensione di lavoro dei condensatori dovrebbe essere il 50% più elevata rispetto alla tensione di funzionamento del circuito.

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