Come funziona la truffa della convocazione dalla Polizia di Stato

Negli ultimi giorni, migliaia di persone hanno ricevuto un’email che, a prima vista, potrebbe sembrare un messaggio ufficiale della Polizia di Stato. In realtà, si tratta di un tentativo di truffa online, studiato per ingannare gli utenti e sottrarre dati sensibili.

Il testo del messaggio recita: “Con la presente, desideriamo informarLa che Le è stata inviata una convocazione. A seguito di un’analisi approfondita del Suo traffico Internet e dei dispositivi connessi, è stato riscontrato che ha visualizzato video di carattere pornografico, compresi contenuti con persone di età inferiore ai 18 anni”.

L’email è accompagnata da un allegato PDF, che si presenta come un documento ufficiale, con loghi della Polizia di Stato e del Ministero della Difesa. Nel testo viene richiesto di fornire giustificazioni inviando una risposta a un indirizzo email che, però, non ha alcun collegamento con le istituzioni. È una truffa che sfrutta il panico e la paura di un’accusa grave per spingere le vittime a fornire informazioni personali, credenziali e altri dati sensibili.

Il PDF potrebbe contenere link pericolosi o malware che, una volta cliccati, mettono a rischio la sicurezza dei dispositivi e possono portare al furto d’identità.

 

Cosa fare se si riceve un’email del genere?

La Polizia Postale consiglia di:

  • Non aprire l’allegato e non cliccare su alcun link.
  • Non rispondere al messaggio, neanche per chiedere chiarimenti.
  • Segnalare immediatamente l’email alla Polizia Postale, che potrà avviare le opportune indagini.

Le autorità ricordano che la Polizia di Stato non invia convocazioni via email. Eventuali comunicazioni ufficiali avvengono sempre attraverso canali istituzionali e sicuri. La sicurezza online dipende anche dalla nostra attenzione: restare informati e adottare comportamenti prudenti è il primo passo per proteggere la propria privacy e i propri dati personali.

Messaggi falsi dalle autorità: un fenomeno comune

Negli ultimi anni, i tentativi di truffa online che sfruttano falsi messaggi da parte delle autorità si sono moltiplicati. Email, SMS e persino chiamate telefoniche vengono utilizzati dai truffatori per spaventare le vittime e indurle a rivelare dati sensibili o a effettuare pagamenti.

Uno dei metodi più diffusi è l’invio di email che simulano comunicazioni ufficiali da parte della Polizia di Stato, dell’Agenzia delle Entrate o di altri enti governativi. Il testo spesso contiene accuse gravi, come presunte violazioni legali o debiti non pagati, e invita il destinatario a scaricare un allegato o a cliccare su un link per ottenere maggiori informazioni. In realtà, questi file e link nascondono malware o conducono a siti fraudolenti che sottraggono informazioni personali.

Il meccanismo della truffa si basa sulla paura: il destinatario, colto dal panico, potrebbe reagire impulsivamente, aprendo il file o rispondendo al messaggio senza verificare la sua autenticità. Per questo motivo, le autorità raccomandano di prestare sempre la massima attenzione a comunicazioni sospette e di seguire alcune regole fondamentali:

  • Non aprire allegati o link provenienti da email non verificate.
  • Non fornire mai dati personali o bancari in risposta a richieste non ufficiali.
  • Verificare direttamente con l’ente interessato attraverso i canali ufficiali.
  • Segnalare la truffa alla Polizia Postale per consentire indagini e prevenire altri raggiri.

Le vere autorità non inviano mai comunicazioni urgenti via email o SMS senza un previo avviso ufficiale. La consapevolezza e la prudenza sono le armi migliori per difendersi da queste minacce digitali sempre più sofisticate.

Oggi le truffe viaggiano sempre più spesso online e i destinatari potenziali sono tutti i cittadini maggiorenni che usano il web. Per questo è importante fare educazione preventiva alle truffe più comuni, come quella della finta email dalla Polizia di Stato indicata in questo articolo, che si accompagna a un gran numero di truffe online simili.

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