Come funziona il meccanismo a vite senza fine

La vite senza fine è un meccanismo di trasmissione del moto affascinante e ricco di applicazioni pratiche, capace di trasformare un semplice movimento rotatorio in un sistema altamente riduttivo, efficiente e compatto. Utilizzata da secoli, ha trovato posto in contesti che vanno dagli strumenti musicali alle macchine industriali, automazioni domotiche, passando per gli ascensori, i sistemi di sollevamento e persino i differenziali di alcune automobili (differenziali autobloccanti).

Immagine di esempio presa dal sito web https://www.ingranaggispecialibrescia.it/viti-senza-fine/

 

Il principio di funzionamento è relativamente semplice: si tratta di un ingranaggio a forma di vite (da cui prende il nome) che ingrana con una ruota dentata chiamata “ruota elicoidale” o “ruota a corona”. La vite è installata su un albero motore, mentre la ruota è montata su un asse perpendicolare. Quando la vite ruota, fa avanzare i denti della ruota, che si muove lentamente ma con una forza considerevole. L’aspetto interessante è che ogni giro completo della vite fa avanzare la ruota di un solo dente (o poco più, a seconda del numero di principi della vite), permettendo così rapporti di riduzione molto elevati in un unico stadio.

Dal punto di vista meccanico, una vite senza fine può essere vista come una combinazione tra una vite e un ingranaggio. La superficie inclinata della vite trasmette il moto ai denti obliqui della ruota, generando una coppia elevata con una velocità di uscita molto ridotta. Questo tipo di trasmissione è particolarmente utile quando è necessario rallentare molto un movimento in spazi ridotti, oppure quando si desidera bloccare il movimento inverso: la vite senza fine è infatti unidirezionale nella maggior parte delle configurazioni, ovvero può trasmettere il moto solo da vite a ruota e non viceversa, il che la rende perfetta per applicazioni in cui è importante evitare ritorni indesiderati.

Un esempio classico è il sistema di regolazione degli specchi retrovisori delle automobili, oppure il meccanismo che regola la tensione delle corde nelle chitarre. In ambito industriale, invece, le viti senza fine sono utilizzate nei motoriduttori, nelle presse, nei cancelli automatici e nei trasportatori, ovunque serva un controllo preciso del movimento e un’elevata coppia in uscita. Anche nelle attrezzature da sollevamento, come i cric o i montacarichi, la vite senza fine trova largo impiego grazie alla sua capacità di sostenere carichi anche quando il motore è spento.

I materiali utilizzati per la costruzione sono anch’essi importanti: la vite è solitamente in acciaio, mentre la ruota è spesso in bronzo, un abbinamento che riduce l’attrito e l’usura, garantendo una buona durata operativa. Proprio per la natura strisciante del contatto tra vite e ruota, l’efficienza non è tra le più alte: si perdono infatti più energia sotto forma di calore rispetto ad altri sistemi di ingranaggi, motivo per cui le viti senza fine non sono adatte a trasmissioni continue ad alta potenza.

La vite senza fine è un piccolo capolavoro di ingegneria, semplice ma efficace. La sua capacità di ridurre drasticamente la velocità, aumentare la coppia e impedire il movimento inverso la rende una scelta ottimale in molte situazioni dove sicurezza, compattezza e controllo sono fondamentali.

 

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